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Lil Peep, una scomparsa prematura

  • Michele
  • 27 nov 2017
  • Tempo di lettura: 3 min

Nella notte di mercoledì 15 novembre il giovane rapper Gustav Åhr, noto con il nome d’arte di Lil Peep, è stato trovato morto nell’autobus che lo stava trasportando nel suo tour per gli Stati Uniti, la causa è probabilmente un’overdose di ansiolitici. A soli 21 anni la sua carriera era una continua ascesa: dopo 2 anni di attività sui social network grazie alla quale si era già creato un largo bacino di fan affezionati, soprattutto giovanissimi, aveva pubblicato l’album di debutto “Come Over When You’re Sober (Part 1)” ad Agosto e aveva portato sulla scena una ventata di aria fresca grazie all’originale mix di sonorità alternative/emo e ritmiche trap.

La sua precoce scomparsa, oltre a turbare moltissimi ragazzi e ragazze, ha aperto una discussione a proposito di droghe e depressione, che insieme al binomio amore-morte erano fra i temi principali trattati nei testi del giovane artista e che nel mondo del rap sono argomenti ormai sdoganati e trattati come qualunque altro. Per tutta la sua carriera, e in particolar modo negli ultimi lavori, le canzoni di Lil Peep cercavano di essere un aiuto per i giovani ascoltatori, esprimendo un dramma personale che gli faceva sembrare l’abuso di droghe l’unica via d’uscita. Moltissime persone lamentano il fatto che temi come questi siano trattati troppo alla leggera da artisti che sono seguiti in particolare da adolescenti, e vedono nei loro testi una glorificazione della droga che rischia di influenzare il giovane pubblico.

Ora, nella musica di Lil Peep non si trova una vera e propria idealizzazione delle sostanze, anzi al contrario: contestualizzando l’argomento all’interno del sistema-canzone quello che viene fuori è un quadro complessivo molto scuro, l'angoscia di un giovane affetto probabilmente da qualche forma di depressione e che lentamente sta perdendo la sua battaglia contro la droga, quest’ultima tematica è rappresentata come qualcosa che momentaneamente può sembrare un appiglio a cui appendersi, una facile uscita che poi però, come dimostrano i fatti, non può che portare ad un finale terribile. È però altrettanto vero che la rappresentazione delle droghe in maniera positiva e la loro idealizzazione è un tema presente e centrale all’interno della scena trap, ma allo stesso modo è necessario cercare di capire e contestualizzare l’argomento. L’artista (piaccia o no va considerato tale) parla di ciò che vive, può provare a cambiare la propria vita, può cambiare il modo in cui la espone, non può cambiare il fatto di raccontarla. Se spingessimo questi artisti ad un cambio di argomenti, probabilmente il risultato sarebbe una squallida forzatura che non solo perderebbe il pubblico, ma anche qualunque valore artistico.

Condannare l’arte per i valori negativi che porta con sé è una mentalità antiquata, discussioni come questa si sono sviluppate e si sviluppano in ogni generazione per le opere o i movimenti più disparati e finiscono per spegnersi insieme ad essi. I giovani da sempre hanno voglia di ribellione e per questo motivo sono attratti da artisti come Lil Peep, ne prendono ispirazione, ne sono influenzati senza mai trasformarsi irrimediabilmente nel proprio modello (raramente l’ispirazione è qualcosa di così diretto) ma anzi spesso cogliendone gli aspetti migliori.

Discussioni a parte sono convinto che Lil Peep avesse ancora molto da offrire alla scena musicale di oggi, la sua carriera è stata una parabola interrotta all’ascensione e l’innovazione che ha portato continuerà, nel bene e nel male, ad influenzare moltissimi giovani ascoltatori e artisti.

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